Per la festa del beato
Domenico Spadafora Delegazione randazzese
a Montecerignone
(Montecerignone – Celebrato Domenico Spadafora: il beato di Randazzo)
All’appuntamento con la festa del beato Domenico Spadafora, attorno al
santuario che, da oltre 5 secoli, ne custodisce i resti incorrotti, a
Montecerignone, l’11 settembre scorso, si sono ritrovati in molti quest’anno,
autorità e semplici fedeli. La festa è stata preceduta da un triduo di
preparazione con la presenza del Predicatore Domenicano P. Giovanni Calcara da Caccamo,
del Convento S. Domenico di Catania.
Domenica 11 settembre la concelebrazione si è svolta all’aperto, davanti
al santuario, sull’altare in pietra dell’Etna, realizzato dallo scultore
randazzese Gaetano Arrigo, officiata dal Vescovo della Diocesi di S. Marino e
Montefeltro, S.E. Mons. Luigi Negri, con il vescovo ucraino S.E. Mons. Leon
Dubrawsky, oltre ai sacerdoti della Valconca ed al parroco, don Cristoforo
Bialowas. A far gli onori di casa era il sindaco di Montecerignone Davide
Giorgini, con il presidente della Comunità Montana di Montefeltro Michele
Maiani, presenti i sindaci dei paesi limitrofi, e infine da Randazzo il sindaco
Salvatore Agati, il vicesindaco Grazia Emmanuele, alcuni consiglieri ed un
gruppo di pellegrini. Al termine della Messa, si è svolta la consueta
processione con l’effigie del beato Domenico, e l’esibizione dalla banda. Lo
stesso giorno, a Randazzo, nella Basilica di S. Maria, l’arciprete e vicario
foraneo mons. Vincenzo Mancini, officiava una Messa facendo memoria del comune
beato ed impartendo la benedizione solenne con le sue reliquie.
Domenico Spadafora, lo ricordiamo, nato a Randazzo nel 1450 da nobile
schiatta, frequentò i Frati Predicatori nel convento di S. Zita a Palermo, compì
gli studi a Perugia e Padova. Nel
1487, a Venezia, durante il Capitolo generale dei Domenicani, fu eletto Maestro
in Sacra Teologia. Quando gli abitanti di Montecerignone, nel Montefeltro,
chiesero al Maestro Generale dei Predicatori, Torriani, l’istituzione di un
convento e di una chiesa, questi decise di inviare a tale scopo Domenico, che
vi giungeva il 15 settembre 1491. Lì trascorse 30 anni, dedicandosi alla carità, alla
direzione spirituale delle anime, all’insegnamento, fino al 21 dicembre 1521,
quando rendeva l’anima a Dio. I suoi resti, trovati intatti nelle varie
traslazioni, sono fatti oggetto, tuttora, di grande devozione, numerosi anche i
prodigi e le guarigioni attribuitigli. Ma la sanzione ufficiale della Chiesa,
col riconoscimento del titolo di Beato, da papa Benedetto XV, avveniva il 14
gennaio 1921.
Se a Montecerignone e in tutta la Valconca è vivo il culto e la memoria
di Domenico Spadafora, e nel piccolo santuario di S. Maria in Reclauso, che ne
custodisce le spoglie, si appuntano ex voto e fotografie, si scrivono suppliche
e ringraziamenti, Randazzo ha riscoperto solo da breve tempo questa figura,
confinata prima sulle pagine degli storici municipali, ed esattamente da quando
il parroco don Bialowas ha ripreso i contatti necessari alla canonizzazione,
dando il via ad una serie di incontri culminati con l’atto di gemellaggio tra
le due comunità, e solo da febbraio di quest’anno ne custodisce e venera una
reliquia.
Maristella Dilettoso
La Voce
dell’Jonio, n.16 del 09.10.2005
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